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 Dal greco atheos

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MessaggioTitolo: Dal greco atheos   Dal greco atheos Icon_minitimeSab Mar 07, 2009 3:05 pm

Il termine ateismo, dal greco "atheos" composto da α- (alfa privativo)= "senza", e da θεός = "dio", cioè "privo di dio") nell'accezione più ampia definisce la posizione ontologica di chi non riscontra (o non ammette neppure teoricamente) l'esistenza di alcun soggetto dotato di proprietà superiori, trascendenti o soprannaturali. Il termine può indicare sia l'idea di chi afferma positivamente che l'esistenza di una divinità sia impossibile (eventualmente anche dimostrabile), posizione dell'"ateismo forte" e dell'"ateismo teorico", sia l'idea di chi considera l'ipotesi dell'esistenza di esseri divini in senso più ampio come non rilevante o non dotata di senso per l'essere umano. Si contrappone al teismo, espresso nelle due principali forme di monoteismo e di politeismo, anche se talora l'opposizione al panteismo o al politeismo è più sfumata o molto meno sviluppata (come ad esempio in Richard Dawkins o Daniel Dennett).

Non necessariamente il termine ateismo è sinonimo di areligiosità. Può infatti darsi il caso di atei dichiarati che credono in concetti come "forza universale" o simili, i quali, pur non avendo caratteri teistici, conservano comunque elementi di religiosità (posizione avvertita ma fortemente contestata da Michel Onfray, che la esclude dalla propria ateologia). Per esempio Bertrand Russell si è sempre proclamato ateo, ma era un matematico platonico, e dichiarava in Storia della filosofia occidentale (Longanesi, Milano 1983, pp.55-56): "La matematica è, credo, ciò su cui sostanzialmente poggia la fede in una verità esatta ed eterna, nonché in un mondo intelligibile al di sopra dei sensi".

La posizione chiamata ateismo forte (o ateismo esplicito) è quella secondo cui non esiste alcun dio. Ad essa si oppone l'ateismo debole, che è la mancanza o assenza di fede in un certo dio, senza la pretesa che questo non esista. L'ateismo forte asserisce positivamente, quanto meno, che non esiste alcun dio o divinità, e può spingersi fino a sostenere che l'esistenza di alcune o di tutte le divinità è impossibile dal punto di vista logico. Ad esempio, gli atei forti sostengono comunemente che la combinazione di attributi che possono essere ascritti a Dio (quello di Abramo), quali ad esempio: onnipotenza, onniscienza, onnipresenza, trascendenza, omnibenevolenza, è logicamente contraddittoria, incomprensibile, o assurda; quindi si afferma che l'esistenza di Dio è impossibile a priori. Similarmente, l'ateismo esplicito può sostenere che qualsiasi asserzione circa l'esistenza sovranaturale è irrazionale e falsa a priori.

L'esempio storico di ateismo forte più significativo e importante è certamente rappresentato da Karl Marx, colui che più di ogni altro ha gettato le basi sociologiche del rifiuto della religione come una delle cause fondamentalio delle aberrazioni sociali generate da tale "oppio dei popoli". Dopo di lui moltissimi pensatori e sociologi hanno ripreso le sue tesi sviluppandole in modo interessante, ma senza riuscire ad aggiungere molto a quanto già Marx aveva enunciato.

I primi pensatori a negare l'esistenza degli dei (ateismo forte) furono alcuni sofisti greci, come Diagora di Mileto, Crizia, Protagora, mentre si può parlare di ateismo teorico per gli atomisti Leucippo e Democrito, perché il teorizzare l'esistenza di atomi, che muovendo nel vuoto "creano" la realtà fisica, esclude non solo ogni "creazione" (questa la teologia greca non l'ha mai prevista), ma anche una formazione del cosmo a partire dal caos primitivo ad opera di una qualsiasi causa divina. Il cosmo è infatti creato e ordinato dal movimento intrinseco agli atomi stessi in quanto mobili, quali particelle elementari e cause di tutta la realtà cosmica.
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